grafologia il metodo

scrivo in corsivo

Lettera della mamma di Andrea

Grazie Susanna,

a distanza di due anni, quando vedo Andrea che su un foglio protocollo si accinge a scrivere da solo le prove di matematica per l’esame di terza media, mi vengono le lacrime agli occhi.

Si, perché scrivere, che è una cosa così semplice, spontanea, immediata, quasi “banale” per Andrea è stato un inferno!

Fin dall’asilo, quando colorando, non stava nei limiti del disegno, e anche colorare era diventato una frustrazione, nessuno sapeva aiutare Andrea. Le spiegazioni non andavano al di là del “è pigro!”, ha problemi di vista, non si impegna…

Che fatica a scuola! Tutti imparano a scrivere, mentre per lui era così difficile!

Finalmente una diagnosi: dislessia, disgrafia…” Si rileva disgrafia specie nel tratto stampato minuscolo e nel corsivo. Talvolta nello scritto compare una forma di disgregazione della forma dei grafemi sino a renderli poco riconoscibili…”

Ma chi poteva aiutare Andrea?

Certo gli aiuti ci sono stati, una bravissima logopedista ma con Lei ha risolto problemi di linguaggio, di lettura, una bravissima maestra che nel pomeriggio, con infinita pazienza, gli faceva fare i compiti scritti a mano. Che fatica!!! Quante lacrime e i risultati non erano permanenti…

Rimaneva quel benedetto e maledetto computer.
Benedetto perché almeno a scuola poteva scrivere come gli altri, poteva fare i dettati, i pensieri…
Maledetto perché come può un bambino di otto anni fare una divisione con il computer? Come fa a svolgere il problema di geometria, a completare le schede prestampate che dà la maestra?

Ma la scuola non si ferma. Il programma va avanti e le difficoltà aumentano.

E’ vero che noi tutti, ogni giorno, usiamo il computer ma ugualmente quante volte in una giornata prendiamo in mano una penna? E così è per la scuola, è vero che per scrivere un tema un disgrafico ha bisogno del pc ma per tante, tantissime altre cose ci vuole la penna!

I medici danno solo diagnosi, dobbiamo rassegnarci, ognuno ha i suoi limiti ma questo limite è come un macigno che ti rende insicuro, rende tutto così difficile, così complicato.
Come fare sei o sette espressioni con un programma di video-scrittura? Abbiamo optato per il sistema più veloce: lui detta e la mamma scrive; ma come concentrarsi sul foglio che tiene in mano un’altra persona? Vederla spazientirsi perché non si hanno gli stessi tempi… che fatica! E a scuola? Quanto influisce sul carattere e sull’autostima dipendere sempre dagli altri?

Mi ripetevo: “Ci deve essere qualcuno che può aiutare Andrea… e nella mia spasmodica ricerca di sono so cosa e non so chi, finalmente arrivi Tu Susanna!

Senza troppe speranze iniziamo una riabilitazione, cerchiamo di non illuderci, le diagnosi erano chiare: non riuscirà mai a scrivere!
Non lasciamo niente di intentato… e ora, quando l’insegnante di Andrea scrive una nota così: “ Gent.ma Sig.ra, suo figlio, mentre spiego, pasticcia con la biro!” sorrido felice.

Grazie Susanna per il tuo prezioso lavoro, per avere insegnato ad Andrea a SCRIVERE e per avere trasformato la nostra debole speranza in un sogno realizzato!

 

 


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